1. Lo studente intraprendente
    Racconto erotico ambientato all'università, privo di volgarità

    Avatar
    Tags
    breve
    erotico
    racconto
    By Farmboy Antonio Bonifati il 21 Oct. 2016
     
    0 Comments   61 Views
    .
    La presente opera è frutto di fantasia. Ogni riferimento a fatti, persone o cose è puramente casuale.

    Questo racconto fa parte della raccolta Il capitale disumano

    Marco ha 20 anni, non è bello ma pur sempre giovane, è squattrinato e studia ingegneria all’università. I suoi compagni di scuola che hanno scelto lettere nella stessa università scopano regolarmente, ma lui, nonostante abbia una voglia che lo divora, deve studiare duramente e non ha molto tempo libero per cercarsi una ragazza e mantenere una relazione.

    A questo s’aggiunge il fatto che nel suo corso ci sono pochissime ragazze e quelle poche che ci sono sono spesso già fidanzate con i suoi compagni di corso, che le controllano a vista.

    Le ragazze libere si contano sulla punta delle dita e sono alquanto bruttine: come tutte le cose nella vita, resta solo quello che gli altri non vogliono. Il meglio se lo pappano subito, non fai nemmeno in tempo a vederlo.

    Sembra che l’ingegneria attiri solo le ragazze brutte, per cui non vale la pena di impegnarsi o che le poche ragazze che ci siano l’abbiano scelta per fare compagnia ai loro fidanzati che avevano già prima di entrare all’università.

    Del resto conquistare una ragazza, che sia bella o brutta, comporta più o meno sempre la stessa fatica. Questa situazione ingiusta lo infastidisce.

    Tuttavia Marco è un ragazzo molto intelligente e riesce sempre ad ottenere quello che vuole. Così si è inventato uno stratagemma per fottere gratis e senza fatica, senza dover fare la corte ad una ragazza o impegnarsi in un fidanzamento. A queste condizioni Marco è disposto ad andare con ragazze sia belle sia brutte, purché si tratti di ragazze giovani, di più o meno la sua età.

    Tra una lezione e l’altra, la mattina prima che comincino le lezioni o prima di andare a mensa o di tornare a casa, Marco fa il giro delle aule non solo ad ingegneria, ma anche in tutte le facoltà preferite dal gentil sesso: lettere e filosofia, medicina, scienze politiche, economia, etc.

    Se è di passaggio non disdegna di dare un’occhiata in qualsiasi aula, indipendentemente dalla facoltà. Infatti è frequente che quelle poche ragazze che frequentano le materie scientifiche più dure siano le più disponibili e vogliose, per il fatto che anche le loro voglie sono state represse dalla durezza degli studi. Potrebbe ben darsi che gli capiti qualcuno il cui fidanzato è lontano e non sia tanto male, o che se ne sia annoiata e sia disposto a tradirlo.

    Se Marco capita in un momento in cui si sta tenendo la lezione, gli interessa comunque dare un’occhiata, per vedere quante ragazze ci sono e dove di solito usano sedersi e manda giù tutte queste informazioni nella sua eccezionale memoria, ad uso di quando ritornerà nella stessa aula durante l’intervallo.

    Si è studiato tutti gli orari delle lezioni e si programma un percorso per poter essere di passaggio durante la pausa tra una lezione e l’altra o prima dell’inizio della prima lezione della giornata. Per velocizzare i suoi rapidi spostamenti da un’aula all’altra Marco non va mai a piedi: si muove sempre in bicicletta, anche quando piove.

    Durante la pausa tra una lezione e l’altra o prima dell’inizio della lezione, quando gli occupanti dei posti sono fuori in piedi a prendere una boccata d’aria, sorseggiare una bibita al bar vicino, fumare una sigaretta o semplicemente a chiacchierare da un’altra parte dell’aula, nessuno fa caso a quello studente come tanti, che con aria indolente e rassegnata si trascina camminando goffamente di lato tra le strette file di banchi, con lo sguardo basso, attento ad ogni particolare degli oggetti che sono stati lasciati sopra e sotto il banco o sullo schienale dei sedili ribaltabili.

    Per Marco ormai è diventato facile capire se quel posto è occupato da una ragazza, anche se il quaderno è chiuso. Copertine, sciarpe, guanti, cappelli, borse, borsellini, matite, accendini… tutto porta il segno inequivocabile della femminilità.

    Quindi si siede nel posto accanto e apre il quadernone degli appunti lasciato sul tavolo dalla sua vittima prescelta, pronto per l’imminente lezione o usato per registrare quella precedente. Ormai non si sbaglia più e a confermarglielo è sempre la palese scrittura di donna che si presenta ai suoi occhi, sicura conferma che quel posto è occupato da una ragazza.

    Apre una pagina a caso tra quelle già scritte e in uno spazio bianco, con una comune penna biro dello stesso colore del testo scrive il suo laconico messaggio: il suo numero di cellulare seguito da una frase sempre diversa che inventa subito sul momento.

    «se ti va di fare l’amore», «quando vuoi un uomo», «un ragazzo sempre disponibile per te», «se ti senti sola», «quando hai bisogno d’affetto», «per alleviare lo stress dello studio» etc etc.

    Qualsiasi frase che faccia capire quello che vuole o alluda al suo scopo senza possibilità di fraintendimento e che possa stimolare la fantasia delle donne, spesso con ironia, senza essere troppo esplicita o volgare fa bene al caso suo. La sua è una calligrafia precisa e sicura, fredda ed essenziale. Sembra quasi stampata a macchina.

    E’ fin troppo facile. Specialmente per le materie letterarie, il messaggio viene scoperto di solito solo durante le ripetizioni prima degli esami, quando tutti gli appunti del corso vengono riletti, in un momento di stress per l’esame imminente, spesso proprio all’ultimo momento: la notte del giorno prima degli esami.

    E’ proprio quello che Marco vuole. Così la maggior parte delle chiamate avvengono di sera e a fine di ogni trimeste, un periodo di grande impegno sessuale per Marco. Per sua fortuna, lui non è il tipo che si riduce a studiare all’ultimo momento prima degli esami e comunque non sarebbe possibile riuscirci ad ingegneria.

    Per le materie scientifiche invece, è più probabile che il messaggio venga scoperto prima, per il fatto che per capire bene la lezione corrente a volte bisogna dare una ripassata a quelle precedenti, perché nella scienza tutti i concetti e le verità sono strettamente collegati tra loro.

    Come stasera. Il suo cellulare squilla per tre volte, numero sconosciuto e chiamata anonima.

    «Pronto? Chi parla? Chi è? Pronto?»

    Marco ripete più volte ma senza fretta o disappunto sempre gli stessi generici saluti telefonici per poter confermare alla ragazza che si tratta di un uomo senza rivelare niente di sé, nemmeno il suo nome, mantenendola nel mistero e così evitando di imbastire qualsiasi conversazione al telefono. Vuole che lei lo consideri un estraneo, qualcuno che parla poco, che non sa nemmeno il suo nome e non è interessato a chiederlo.

    Con la sua voce cavernosa e profonda sa di eccitare la curiosità e le fantasie erotiche della ragazza che è dall’altra parte del filo. Solo un attimo di pausa e la risposta arriva puntuale, sempre dello stesso genere.

    Non presentazioni o domande, mai insulti o arrabbiature, niente incertezze, nemmeno un «daccordo» esplicito, ma solo indicazioni di dove andare e come fare per entrare discretamente, a conferma che la ragazza ci sta.

    «Vieni tra mezz’ora alle case dello studente, appartamento 16, blocco B. Dai un leggero colpetto tre volte alla terza finestra sul lato sinistro della porta d’entrata, poi aspetta di fronte la porta senza bussare. Quando nessuna delle mie compagne d’appartamento è in giro verrò io ad aprirti». Detto questo la ragazza riattacca senza altre parole, senza nemmeno un saluto.

    Marco è molto metodico e preciso, ricorda perfettamente tutte le indicazioni datogli a memoria, senza bisogno di scrivere niente e non ha mai sbagliato. Non gli è mai successo che la ragazza non l’ha aperto o non si è presentata. Se chiamano, dopo aver sentito quella sua profonda voce virile, poi non ci ripensano più.

    Riesce sempre ad entrare senza essere visto. A volte lo fanno entrare dalla porta, a volte dalla finestra. In certi casi gli danno perfino appuntamento nel boschetto appena fuori il blocco residenziale, probabilmente in questo caso sono tutte ragazze che convivono con il loro fidanzato.

    Questa volta lo viene ad aprire una ragazza con i capelli a caschetto neri e fare svelto, molto carina e con un fisico ben proporzionato. Marco entra, chiude la porta alle sue spalle da dietro, col braccio e senza voltarsi, mentre lei indietreggia. Lui resta di fronte a lei guardandola in modo cinico e distaccato. Lei ricambia con uno sguardo misto di stupore e curiosità, ma solo per un attimo. E’ nervosa e si guarda intorno sospettosa.

    Tutte le porte delle camere delle sue compagne di stanza adesso sono chiuse e bisogna approfittare del momento. Qualcuna potrebbe uscire all’improvviso per prepararsi una tazza di caffé in cucina o per andare al bagno e sorprendere lei con il ragazzo sconosciuto se si attarda ancora con lui nel corridoio.

    Così gli afferra subito la mano e lo trascina verso la porta della sua stanza. Marco non fa alcuna resistenza, anzi la segue con la sua stessa rapidità di passi felpati e falcati. La ragazza chiude la porta a chiave, facendo attenzione a spostare lentamente il chiavistello mezzo arruginito per non fare troppo rumore.

    Intanto Marco è dietro di lei e ammira impassibile il suo bel sederino messo ancora più in evidenza dalla gonna corta e stretta e dal leggero piegarsi della ragazza mentre armeggia con la serratura. Lei si volta.

    «Non dobbiamo fare rumore», gli sussurra intimandolo. «Queste pareti sono di cartone»

    Nemmeno gli sorride. La sua maschera esteriore ostenta freddezza e cinismo, proprio come quella di Marco. Va vicino al letto nell’angolo della stanza adiacente alla porta e comincia meccanicamente a spogliarsi, voltandogli le spalle.

    La stanza è debolmente illuminata. La sola luce è quella di una lampada sulla scrivania. Mentre la ragazza si toglie rapidamente prima le scarpe, poi il maglione e la gonna, riponendole in modo ordinato nell’armadio vicino e rimanendo in collant, reggiseno e mutandine, Marco nemmeno la guarda o si avvicina, come se non lo eccitasse e non lo interessasse affatto.

    Piuttosto va alla scrivania, spinto da una irrefrenabile curiosità e guarda gli appunti dei quaderni aperti sotto la luce della lampada.

    Non vede la pagina dove aveva scritto il suo annuncio. Nella mezz’ora che è passata dal momento della chiamata la ragazza ha probabilmente continuato a studiare. Il quadernone è ora aperto su una pagina successiva, che parla approfonditamente dell’equazione di Bernoulli. Quindi stavolta è una studentessa di fisica o ingegneria, pensa Marco.

    Così lui si interessa delle formule e della puntuale dimostrazione matematica, mentre lei intanto si è tolta anche reggiseno e mutandine e si è voltata verso di lui, rimanendo inizialmente stupita per averlo trovato lì impalato presso la scrivania, con lo sguardo basso assorto nella lettura.

    Marco in realtà si è accorto che la ragazza si è voltata con la coda dell’occhio, ma rimane apposta con lo sguardo chino sulle carte, e proprio per questo lei ora lo sta guardando stizzita. Alla fine il suo orgoglio di donna non ne può più.

    Si accascia nuda sul letto rivolta verso di lui, con il braccio destro steso lungo i fianchi e le cosce e quello sinistro piegato col gomito sul cuscino, l’ascella aperta e la mano che sostiene più in alto la testa, mettendo ben in evidenza i seni sodi e carnosi, e gli interrompe l'ostica lettura di fisica–matematica.

    «Non sarai mica venuto qui per studiare questa roba anche tu…» lo stuzzica improvvisamente.

    Marco si spoglia, mentre lei lo guarda maliziosamente. Poi si stende su di lei e comincia a baciarla, ma lei tiene la bocca chiusa e tirata e lo allontana subito dal suo viso. Gli mormora:

    «Non perdere tempo in preliminari. Penetrami in modo meccanico e regolare, senza interruzioni prima davanti e poi di dietro». Lui è visibilmente deluso, ma obbedisce, non potendo fare diversamente.

    Mezz’ora dopo Marco era appena uscito dalla finestra bassa che si era richiusa subito dietro di lui e senza voltarsi, visibilmente sudato, affrontò la notta buia e fredda.

    Si stava riordinando con la mano i capelli tutti scompigliati e riassettando la camicia all’interno dei pantaloni.

    Avrebbe voluto chiederle come si chiamasse, anche solo il nome, e se avrebbero potuto vedersi un’altra volta, ma finito l’amplesso, la ragazza gli intimò di andarsene e rivestirsi in fretta perché doveva continuare a studiare e non voleva che eventuali rumori e parole fossero udite dalle sue compagne d’appartamento invidiose e impiccione.

    La camicia gli stava un po’ storta, probabilmente nel buio e per la fretta aveva mancato di abbottonare un occhiello per quello di sotto.

    Mentre s’avviava presso il viale d’ingresso, il suo cellulare nella tasca posteriore iniziò di nuovo, inaspettatamente, a vibrare. Attese 3 squilli e rispose con la sua solita voce gutturale ma impassibile e tranquilla.

    «Pronto, chi è? Chi parla?»

    Dopo una breve pausa, ancora:

    «Pronto?»
    «Sei tu quello del messaggio?» rispose improvvisamente una voce allegra e mielata, quasi ancora infantile, probabilmente quella di una matricola.
    «Sì», replicò laconicamente e rassegnatamente Marco.
    «Vieni al più presto possibile all’appartamento 3, blocco A delle case dello studente…»

    Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione -
    Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale
    .

    Sull'autore:
    Farmboy è uno scrittore, poeta e musico, nato nel sud Italia nel 1977.
    Scrive per diletto proprio e pubblica tutte le sue opere gratuitamente
    sul web. Vive principalmente di agricoltura naturale, dei suoi
    risparmi e degli occasionali apprezzamenti e donazioni dei suoi
    ammiratori.

    Edited by Farmboy Antonio Bonifati - 12/7/2017, 22:00
      Share  
     
    .